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FERRARI Franco (a cura di), Giorgio Guazzotti. Teoria e realtà di un intellettuale-teatrante, con M. Gallina – N. Lodato – D. Maestri, Milano: FrancoAngeli, 2006.
Sommario
1. Giorgio, di Franco Ferrari. 2. Il critico, di Delmo Maestri. 3. L’organizzatore, di Franco Ferrari. 4. Il maestro, di Mimma Gallina. 5. I suoi libri, di Nuccio Lodato.
 
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Intellettuale e teatrante: Giorgio Guazzotti 10 anni dopo
Il 7 giugno 2012 un convegno alla Scuola Teatro Paolo Grassi di Milano (in collaborazione con www.ateatro.it)
di Scuola Teatro Paolo Grassi-Redazione ateatrogiovedì 7 giugno 2012 ore 14,30
Giorgio Guazzotti 10 anni dopo
Un intellettuale teatrante
riflessioni e testimonianze

a cura di Franco Ferrari e Mimma Gallina. A distanza di dieci anni dalla sua scomparsa, la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi dedica un pomeriggio di testimonianze e approfondimenti a Giorgio Guazzotti, storico docente del corso Operatori per lo spettacolo e punto di riferimento fondamentale per la scena teatrale italiana dagli anni ’60 agli anni ’90.
Un’occasione per ricordare e per trasmettere alle nuove generazioni di organizzatori, l’esperienza e la grande carica innovativa di un protagonista della vita culturale italiana.
Colleghi, studiosi e amici ripercorreranno la vita di Giorgio Guazzotti, ricordando le tappe significative della sua vita. Gli anni della formazione, l’attività critica ed editoriale in Piemonte e in Emilia Romagna. La collaborazione con il Piccolo Teatro, i saggi e la cattedra presso la Scuola d’Arte Drammatica di Milano. La partecipazione alla fondazione della compagnia Gruppo della Rocca, della quale diverrà l’anima organizzativa contribuendo inoltre al decentramento territoriale in diverse regione d’Italia. L’impegno in ambito politico-associativo presso l’AGIS, alla guida dell’UNAT Cooperative. Di grande rilievo, fin dagli esordi della sua intensa carriera, l’attività di promozione, fondazione e direzione di teatri e di festival (Teatro Stabile Torinese, Teatro Stabile di Bologna, Teatro Regionale Toscano, Teatro Comunale di Alessandria, AstiTeatro Festival). L’impegno, negli ultimi anni della carriera, come consulente teatrale, dedicandosi soprattutto alle compagnie private e indipendenti.
Parteciperanno
Flavio Ambrosini; Marcello Bartoli; Bruno Borghi; Fiorenza Brogi; Fioravante Cozzaglio; Patrizia Cuoco; Guido de Monticelli ; Filippo Del Corno; Franco Ferrari; Fiorenzo Grassi; Marina Gualandi; Nora Guazzotti; Anna Guri; Salvatore Leto; Cristina Loglio; Delmo Maestri; Bob Marchese; Glauco Mauri e Roberto Sturno; Mario Missiroli; Manuela Musco; Beppe Navello; Massimo Navone; OLiviero Ponte di Pino; Renato Palazzi; Angelo Pastore; Emilia Pirovano; Oliviero Ponte di Pino; Massimo Salvianti; Lorenzo Scarpellini; Giovanni Soresi; Roberto Toni; Gianni Valle.
Nell’ambito delle iniziative dedicate al 60esimo anno di fondazione della Scuola Teatro Paolo Grassi. In collaborazione con www.ateatro.
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Sporcarsi le mani
L’intervento di Franco Ferrari al convegno Intellettuale e teatrante: Giorgio Guazzotti 10 anni dopo a cura di Franco Ferrari e Mimma Gallina, Milano, Scuola Teatro Paolo Grassi di Milano, 7 giugno 2012.
GG, figura emblematica e influente di intellettuale-teatrante, è scomparso nell’ospedale Valduce di Como il 24 giugno 2002. Era nato ad Alessandria nel 1928. Mentre è ancora studente liceale partecipa alla Resistenza nella 107a Brigata Garibaldi. Dopo la guerra si trasferisce a Torino. La sua vita sarà nomade, scandita da case grandi e ben arredate, a Bologna, Milano, Firenze, Moncalieri (TO) e infine a Grandate (Como).
La sua prima attività è il giornalismo; nel ’47 entra nella redazione dell’edizione piemontese de “L’unità”, dove diventa titolare della critica teatrale succedendo a Italo Calvino. E’ attivo promotore della nascita di un Teatro Stabile torinese. Dal ’59 al ’62 dirige la sezione spettacolo e l’ufficio stampa della Editrice Cappelli di Bologna. In questa veste cura, insieme a Paolo Grassi, la celebre collana “Documenti di teatro”. Con Grassi, e quindi con il Piccolo Teatro, Guazzotti comincia una appassionata e inquieta collaborazione. Nel ’62/’63 fonda, dirige e lascia il Teatro Stabile di Bologna. Nel ’65 pubblica presso Einaudi “Teoria e realtà del Piccolo Teatro di Milano”, il suo saggio più importante e più citato. Continua il rapporto con il Piccolo, ma in modo autonomo. Infatti, nella seconda metà dei Sessanta, dirige l’Ente manifestazioni Torinesi, è responsabile dei servizi culturali dello Stabile di Genova, lavora per conto dell’EPT di Milano.
Fra il 1970 e il 1984 svolge l’attività che, insieme alla sua fondamentale opera di saggista e di teorico, lo colloca nella storia dell’organizzazione teatrale italiana, non dimenticando la sua sistematica cura della formazione. Dal 1968, e fino agli ultimi anni, è docente di organizzazione teatrale presso la Civica Scuola d’Arte Drammatica di Milano (poi “Paolo Grassi”); non smetterà mai di fare corsi, seminari, conferenze, e seminerà allievi numerosi e capaci.
Nel ’70 partecipa alla fondazione della compagnia “Il Gruppo della Rocca”, fra i principali soggetti del movimento cooperativistico, e ne diviene l’anima organizzativa. In questa veste guiderà l’Unat Cooperative in seno all’Agis. La sua attenzione per il Gruppo non si interromperà mai. Negli anni della Rocca dà un insostituibile apporto al decentramento territoriale in Emilia, in Lombardia, nelle Marche, portandolo a formale compimento con la costituzione del Teatro Regionale Toscano. Il 27 gennaio 1977 è nominato direttore organizzativo e amministrativo dello Stabile di Torino, affiancando il direttore artistico Mario Missiroli: un punto d’arrivo, nella città più “sua”. Anche qui è instancabile sul territorio: è tra i fondatori del festival AstiTeatro e fa decollare il neoedificato Teatro Comunale di Alessandria. La conclusione amara dell’esperienza torinese lo getta in un disincanto, se non in una vera depressione, che per taluni aspetti sarà irreversibile.
Apre a Firenze la società Consulenze teatrali, un centro di servizi organizzativi che terrà fino all’aggravarsi della malattia, dedicandosi soprattutto a compagnie indipendenti, fra cui la Mauri-Sturno e Arca Azzurra. Continua le docenze. La sua ultima presenza nazionale è come presidente dell’Unat Privati.
L’approccio di GG al teatro fu da intellettuale, e questo lo caratterizzò. Tutti i suoi interlocutori lo considerarono un “cervello fino”, per quella sua capacità di inserire anche la prassi quotidiana in un contesto teoretico, in un progetto organico, oggi diremmo in una vision sistemica. Ma la sua adesione alla realtà operativa fu totale. La sua decisione di “sporcarsi le mani” immergendole nelle contraddizioni e nelle difficoltà del palcoscenico, abbandonando l’osservatorio protetto del critico e dello studioso, che pure gli rimase connaturato, fu netta e conseguente.
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